Una giornata, com’è doveroso, tutta dedicata alle elezioni inglesi – rilette come da nessun altro anche nella chiave della nostra politica – sul giornale della politica italiana.
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Nella grafica, Luigi Crespi
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di LUIGI CRESPI
La vittoria di Cameron era scontata, semmai la sorpresa è che i Labour non sono stati cancellati; qualcuno nel Regno Unito li aveva addirittura immaginati come terza forza annunciando il sorpasso dei Liberaldemocratici di Clegg.
Ma il caso più interessante è quello di Clegg, il Liberaldemocratico che ha fatto impazzire i sondaggi, ha vinto tutti i duelli televisivi ed era annunciato con un successo travolgente e qualche settimana fa addirittura c’è chi lo dava vincente su Cameron.
Ma come è potuto capitare che i sondaggisti e gli osservatori inglesi si siano fatti irretire da una allucinazione di questa portata? Semplicemente secondo me si è confuso il gradimento televisivo, la simpatia, con le opinioni politiche: le prime sono volubili per natura, come gli indici d’ascolto, le seconde sono radicate da convinzioni culturali sedimentate nel tempo.
Inoltre questa è l’ennesima prova che i sondaggi non hanno la forza della profezia che si autoinvera e come la pubblicità e la spinta mediatica non riescono a stravolgere tradizioni e convinzioni quando esse sono profonde e radicate; semmai agiscono sulle opinioni di giornata.
È per questo che la star Clegg ha preso solo il 22/23% e addirittura meno seggi del 2005. C’è un momento il cui le bolle diventano balle!!!
LUIGI CRESPI